Massimiliano Pompignoli

Un ultimatum che lascia sgomenti. Si punisca solo chi non è in regola, non tutto il settore

Palestre Covid-19

“Al netto del quadro epidemiologico e dell’evolversi del contagio, la decisione del premier Conte di mettere alla prova il settore delle palestre e quello delle piscine per il periodo massimo di una settimana con la minaccia di far sospendere e chiudere tutte le attività qualora si riscontrasse la reiterata violazione dei protocolli di sicurezza, è davvero imbarazzante e grida vendetta.”Lo afferma il consigliere regionale Pompignoli all’indomani dell’adozione dell’ultimo Dpcm sulle misure per il contrasto e il contenimento dell’emergenza Covid-19.

“Se c’è qualcuno che viola i protocolli di sicurezza già in vigore va sanzionato e, laddove ne sussistano le condizioni, fatto chiudere. Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Dopo i mesi di forzato lockdown, il mondo delle palestre si è adeguato alle nuove prescrizioni, ha investito tempo e risorse per mettersi in regola, ha ridotto il numero degli accessi, contingentato le lezioni e sospeso molte delle attività in calendario.

Distruggere un’intera categoria per pochi sprovveduti è quantomeno da incoscienti anche perché, e questo molto spesso si tende a dimenticarlo, da maggio ad oggi i contagi accertati nelle palestre o nelle piscine si contano sulle dita di una mano. Un’ennesima dimostrazione, questa, della professionalità messa in atto dagli operatori di questo settore a salvaguardia della salute dei loro utenti e della sicurezza di palestre e piscine.

Ecco allora che a prevalere, anche in questo caso, deve essere il buon senso e non l’accanimento di chi governa verso un settore che è in profonda crisi e che ha sofferto forse più di altri gli effetti del lockdown.

Lo sport” – conclude Pompignoli – “non è meno importante di molte altre attività del nostro Paese che creano indotto, economia e posti di lavoro e a cui va riconosciuta la giusta valenza sociale.”