Massimiliano Pompignoli

Turismo; giugno in picchiata per la riviera. Crollo delle presenze su tutto il litorale. Duro attacco di Pompignoli alla Regione “modello fallito. Serve un cambio di passo”

 

Se è vero che nel primo semestre del 2023 sono cresciute, con alcune eccezioni, le presenze e i pernottamenti nei grandi comuni della Romagna, è altrettanto vero e insindacabile che il tracollo del mese di giungo ha colpito, chi più chi meno, tutti i comuni della riviera.
“Dire che il settore ha tenuto è una barzelletta e una presa in giro per gli stessi operatori” – dichiara il consigliere regionale Pompignoli citando le dichiarazioni dell’assessore Corsini, colpevole, a detta del leghista, di aver “diffuso i numeri che gli facevano più comodo, evitando di scendere nel dettaglio del mese che di fatto apre la stagione estiva vera e propria, ovvero giugno.”

I comuni della riviera, secondo i dati Istat elaborati dall’Ufficio statistica della Regione, hanno perso a giugno il – 9,1% degli arrivi rispetto allo stesso periodo del 2022 e il – 7,3% dei pernottamenti.

“Sono dati che fanno riflettere, soprattutto se si considera che queste zone sono state risparmiate in larga parte dai danni provocati dal maltempo. La verità è che, a giugno, non c’è stata una località balneare romagnola che abbia registrato il segno più. E luglio sembra seguire la stessa tendenza. Le ragioni di questa pericolosa flessione dei flussi vacanzieri sono molteplici; l’inflazione, il caro materie prime, le bollette, il minore potere d’acquisto degli italiani ma anche il fallimento della programmazione turistica messa in campo da Regione e Apt”.

Per Pompignoli “è arrivato il momento di aprire una riflessione importante, perché il turismo rappresenta una delle risorse economiche di punta dell’intera regione. Di fronte a questa evidente battuta d’arresto, bisogna prendere atto che i vecchi cliché della notte rosa sono superati, che l’offerta ricettiva dell’intera riviera va rimodulata e riqualificata. Soprattutto, bisogna avere la forza e l’intelligenza di mettersi in discussione, assumendosi la responsabilità di una visione politica che ha smesso da tempo di essere virtuosa e lungimirante.”