Massimiliano Pompignoli

Siamo il Paese dei “lavori in corso”. E ne paghiamo il prezzo

Traffico in tilt

Avete mai pensato al danno economico provocato dal caos cantieri? Decine e decine di km di autostrade a singhiozzo, traffico in tilt e lunghe colonne di automezzi da nord a sud, dalla Liguria al Salento con un unico comune denominatore.

La drammaticità dei costi dovuti alla congestione stradale.

Costi economici, ma anche umani, che incidono sul prezzo finale del prodotto, sul cartellino in esposizione delle merci nei supermercati. Per gli operatori logistici, ogni ora di ritardo nel tragitto di un camion determina un maggior costo in termini di carburante, usura del mezzo, stanchezza fisica dell’autista, e la dilatazione dei tempi di consegna del carico merci. La babele di lavori in corso in tutta Italia si ripercuote non solo sui consumatori, ma anche sulla spartizione delle quote di traffico con i Paesi concorrenti del Nord Europa.

L’effetto finale, a causa delle code, è quello di una serie di ritardi che con logiche a catena mettono a dura prova il tessuto economico del nostro Paese, già in allarme a causa della sospensione dei traffici durante il lockdown. L’incremento dei costi ‘infrastrutturali’ si ripercuote sui cittadini italiani, su intere Regioni e sul livello concorrenziale della logistica, ingessando le imprese, tagliando posti di lavoro e perdendo commesse.

La risposta che va data a questa emergenza non può che essere una sola; dare in concessione strade e autostrade a chi ha le carte in regola per farlo, con serietà ed efficienza, garantendo la sicurezza degli automobilisti e la qualità del servizio. Chi non risponde a questi requisiti può farsi da parte. Ci costa centinaia di milioni di euro e non serve a nulla.