Massimiliano Pompignoli

Impianto eolico; l’Assessore regionale Priolo si smarca dalle sollecitazioni del consigliere Pompignoli. Dalla Regione nessuna autorizzazione ma solo un parere consultivo non vincolante.

Nessuna autorizzazione ma solo un parere consultivo non vincolante.

A prendere le distanze nella discussa vicenda dell’impianto eolico industriale di Monte Giogo di Villore, è la stessa Regione Emilia Romagna nella persona dell’Ass.re alla difesa del suolo e della costa Irene Priolo che, nel rispondere questa mattina ad un’interrogazione con carattere di urgenza del consigliere Pompignoli, ha “letteralmente snobbato le impattanti ricadute ambientali e ricettive del progetto presentato da Agsm Aim di Verona, dribblandone le responsabilità e i numerosi pareri negativi rilasciati sia dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi che dall’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese e dalla stessa Soprintendenza.”

“Resto basito dalla riposta fornitami dall’Ass.re Priolo” – commenta a margine della commissione il consigliere Pompignoli – “dopo il duro scambio polemico intercorso in questi giorni tra l’Ente Parco e la proprietà dell’azienda, mi sarei aspettato da parte della Regione Emilia Romagna una più convinta presa di posizione rispetto a questo progetto e alle sue discutibili ricadute.

Di fatto, con le sue parole l’Ass.re Priolo lascia l’Ente Parco e la sua Presidenza con il cerino in mano in una battaglia che, salvo imprevisti cambi di passo, si configura lunga e dolorosa. Se ad avere la meglio dovesse essere l’azienda di Verona, il versante toscano del crinale appenninico, a pochi chilometri dall’Acquacheta, verrebbe deturpato da 8 aereogeneratori di altezza massima di 165 metri con notevoli ripercussioni non solo sul valore degli immobili e del turismo escursionistico, ma anche e soprattutto sulla conformazione ambientale e l’habitat del Parco Naturale delle Foreste Casentinesi.

Evidentemente poco importa alla Regione che proprio di recente a salire nell’olimpo della natura, conquistandone il Nobel, sia stato lo stesso Parco grazie alle sue straordinarie caratteristiche e all’unicità del suo ecosistema. Per la Regione Emilia Romagna” – conclude Pompignoli – “tra lo schierarsi con coraggio dalla parte degli enti locali e voltare le spalle ai territori, è preferibile la seconda strada.”