Massimiliano Pompignoli

Facciamo girare l’economia, ma non quella greca.

Partenza per le vacanze

Dal prossimo 3 giugno l’Italia riaprirà le frontiere con l’estero. In particolare, saranno consentiti gli spostamenti da e per gli Stati membri dell’Unione europea.

Insomma, dopo 3 mesi di forzato isolamento, si entra nel vivo della cosiddetta fase due con l’auspicio che la ripartenza, quella del turismo, della libertà di circolazione e del divertimento, non sia più solo un miraggio ma un’agognante realtà.

Attenzione però; se avevate in programma di partire per la Grecia, di alloggiare in un bel resort e magari di spendere e spandere in giro per la costa ellenica, dovete cambiare programma. Perché la Grecia, cari concittadini, non ci vuole. Il motivo? Siamo italiani e scontiamo la colpa di aver ‘contratto’ il virus prima di altri Paesi europei.

I confini greci, quindi, saranno aperti alla stragrande maggioranza degli Stati europei eccetto il nostro. Una decisione che ha fatto scattare, tra le altre, l’ira più che legittima del Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia il cui feroce commento è stato: “la Grecia che mette al bando i veneti mi pare allucinante. Sappiano che non ci vedono più”.

Sottoscrivo. Bisogna esseri poco furbi, per usare un eufemismo, per decidere di lasciare a casa i nostri turisti. Mi domando cosa ne pensino i loro operatori, che in termini di indotto – soprattutto nel periodo estivo – hanno sempre beneficiato dell’arrivo degli italiani e dei loro lunghi pernottamenti in alcune delle località più rinomate del mediterraneo orientale. Vorrà dire che ne faranno a meno.

A noi, con profondo rammarico, non resta che stare in Italia, consumare in Italia e spendere in Italia. Alla faccia della Grecia e della loro economia.