Massimiliano Pompignoli

Attività e ristoranti chiusi per il Covid? A Milano la moschea abusiva resta aperta

Moschea abusiva

L’abusivismo sfida il Covid e non teme chiusure. A Milano, mentre la maggior parte dei cittadini subisce le limitazioni dettate dall’epidemia e il 90% delle attività è alle prese con i divieti causati dal Covid, la moschea abusiva di via Ricciarelli (ultima in ordine di tempo) è regolarmente aperta.

Nonostante i timori legati alla diffusione del contagio, l’obbligo di rispettare il distanziamento sociale e il divieto assoluto di creare assembramenti, le funzioni islamiche nei locali di questa moschea non si sono mai interrotte né tantomeno ridimensionate. Covid o non Covid. E di sti tempi, alle ‘tradizionali’ preoccupazioni di natura urbanistica e di tutela dell’ordine pubblico, si sommano quelle più che legittime di natura sanitaria, legate all’andirivieni incontrollato di fedeli.

A onor del vero, onde evitare le solite e scontate strumentalizzazioni politiche, va precisato che la preghiera nelle moschee ufficiali è regolamentata da un accordo firmato dal governo e dalle associazioni islamiche. Questa però è un’altra storia: qui si tratta di una moschea irregolare, allestita indebitamente in un garage-magazzino dove è difficile immaginare che il rispetto delle precauzioni sanitarie sia compatibile con una situazione di abusivismo urbanistico. Una situazione pericolosa non solo per chi la vive, ma per l’intero sistema sanitario nazionale.